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IL DISTURBO D’ANSIA DI SEPARAZIONE (DAS)
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Abbiamo tutti in mente la classica immagine di un gruppo di anatroccoli che, claudicanti e ancora incerti sulle zampe, seguono in fila indiana la propria madre, in quella che possiamo interpretare in termini psicologici come una richiesta di vicinanza. L’ansia di separazione risulta, quindi, almeno nelle prime fasi, adattiva e funzionale allo sviluppo di molti animali, come strumento di protezione dai pericoli ambientali. Tra l’altro, i mammiferi maggiormente evoluti (fra cui l’uomo) sono anche quelli più immaturi alla nascita, risultando più bisognosi della prossimità protettiva delle figure di attaccamento. Nella specie umana, l’ansia di separazione aumenta fino a 3 anni, riducendosi poi progressivamente. Per alcuni bambini, però, questo percorso è più lento o difficoltoso.
Vediamo insieme un esempio: Tina, una bambina di 10 anni, viene inviata per una visita da un pediatra che non era riuscito a risolvere il suo rifiuto di andare a scuola. Le sue difficoltà erano iniziate il primo giorno di scuola, un anno prima, quando si nascose nello scantinato piangendo. Acconsentì ad andare a scuola solo quando sua madre le promise di andare con lei e di rimanere a mangiare con lei. Nei successivi tre mesi, nei giorni di scuola, Tina lamentava diversi sintomi somatici, quali cefalea e “dolori di pancia”, ed ogni giorno andava a scuola molto a malincuore, dopo che i suoi genitori l’avevano convinta a lungo e pazientemente. Di lì a breve poté essere portata a scuola solo se i genitori la tiravano fuori dal letto, la vestivano, la facevano mangiare e la trascinavano a scuola. Quando Tina fu intervistata, inizialmente minimizzò ogni problema riguardo alla scuola, insistendo che tutto era “OK”, che prendeva buoni voti e che le piacevano tutti gli insegnanti. Quando questo argomento fu approfondito, si arrabbiò e molte volte rispose “non so” quando le venne chiesto perché, allora, si rifiutasse spesso di andare a scuola. Alla fine, ammise che ciò che la seccava era lasciare la casa. Non poteva dire specificatamente perché, ma lasciava capire che temeva che potesse accadere qualcosa, sebbene non dicesse a chi o a che cosa; confessava di sentirsi a disagio quando tutti i membri della sua famiglia erano lontani.
Circa il 40% dei bambini ha normali manifestazioni di ansia di separazione, mentre il 2-4 % supera la soglia clinica. Il Disturbo d’Ansia di Separazione (DAS), inteso come entità clinica secondo il Manuale Diagnostico DSM-5, è caratterizzato da:
A. Paura o ansia eccessiva e inappropriata rispetto allo stadio di sviluppo e riguarda la separazione da coloro a cui l’individuo è attaccato, come evidenziato da 3 o più dei seguenti criteri:
1. Ricorrente ed eccessivo disagio quando si prevede o si sperimenta la separazione da casa o dalle principali figure di attaccamento.
2. Persistente ed eccessiva preoccupazione riguardo alla perdita delle figure di attaccamento, o alla possibilità che accada loro qualcosa di dannoso, come malattie, ferite, catastrofi o morte.
3. Persistente ed eccessiva preoccupazione riguardo al fatto che un evento imprevisto comporti separazione dalla principale figura di attaccamento (per es., perdersi, essere rapito, avere un incidente, ammalarsi).
4. Persistente riluttanza o rifiuto di uscire di casa per andare a scuola, al lavoro o altrove per paura della separazione.
5. Persistente ed eccessiva paura di, o riluttanza a, stare da soli o senza le principali figure di attaccamento a casa o in altri ambienti.
6. Persistente riluttanza o rifiuto di dormire fuori casa o di andare a dormire senza avere vicino una delle principali figure di attaccamento.
7. Ripetuti incubi che implicano il tema della separazione.
8. Ripetute lamentele di sintomi fisici (per es., mal di testa, dolori di stomaco, nausea, vomito) quando si verifica o si prevede la separazione dalle principali figure di attaccamento.
B. La paura, l'ansia o l'evitamento sono persistenti, con una durata di almeno 4 settimane nei bambini e adolescenti, e tipicamente 6 mesi o più negli adulti.
Così come per Tina, il rifiuto scolastico rappresenta una delle più frequenti manifestazioni di DAS e può essere espresso da: grave difficoltà nel frequentare la scuola con assenze frequenti e prolungate, grave disagio emotivo, con ansia, timorosità, crisi di angoscia, panico, eccitazione psicomotoria o lamentele somatiche. Durante le ore scolastiche il bambino o l’adolescente resta a casa con i genitori, spesso facendo i compiti.
Il trattamento d’elezione per il disturbo d’ansia da separazione è la terapia cognitivo-comportamentale. Durante la terapia il supporto e la collaborazione attiva dei genitori sono elementi fondamentali, in grado di influire sui risultati che si possono ottenere. Mamma e papà possono essere di grande aiuto, per esempio, facendo un piano della giornata: spiegando in anticipo al proprio bambino quali saranno i programmi si aumenterà il suo senso di sicurezza, diminuendo la percezione di essere preso alla sprovvista.
Il Centro Clinico “Mandorlo Bianco” resta disponibile e in ascolto per eventuali richieste di aiuto.