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LA FOBIA SPECIFICA
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Team Mandorlo Bianco
Maria, sposata e madre di tre bambini, aveva 47 anni quando per la prima volta richiese un trattamento per l’ansia. Riferiva di essere intensamente preoccupata dagli spazi chiusi (claustrofobia) e dalle altezze (acrofobia) fin dall’adolescenza.
Raccontò che da bambina i suoi fratelli maggiori la rinchiudevano spesso negli armadi di casa e la tenevano sotto le coperte mentre le raccontavano storie spaventose. Maria ricondusse la comparsa della sua claustrofobia a questi eventi traumatici, ma non aveva idea del perché fosse spaventata dalle altezze. Mentre i suoi figli crescevano, faceva la casalinga ed era riuscita a vivere una vita abbastanza tranquilla, nonostante le sue due fobie specifiche. Tuttavia, dal momento che i suoi figli erano ormai grandi, avrebbe voluto trovare un lavoro fuori casa ma ciò si era rivelato molto difficile dato che non riusciva a salire sugli ascensori ed era terrorizzata dall’essere a qualsiasi altezza superiore al primo piano di un palazzo. Inoltre, suo marito per alcuni anni aveva lavorato per una compagnia aerea che gli forniva biglietti aerei gratuiti. Il fatto che Maria non potesse volare a causa della sua fobia era diventato un tasto dolente nel suo matrimonio perché entrambi i coniugi avrebbero voluto approfittare di questi biglietti gratuiti per visitare luoghi lontani. Quindi, nonostante avesse sofferto di queste fobie per molti anni, esse erano diventate effettivamente invalidanti solo negli ultimi tempi, in seguito al cambiamento di alcune circostanze di vita per cui non era più in grado di evitare facilmente le altezze o gli spazi chiusi.
Tutti noi abbiamo paura di qualcosa: film horror, serpenti, clown. Tuttavia, siamo in presenza di una fobia specifica solo quando un individuo mostra una paura intensa e persistente, innescata dalla presenza di un oggetto o una situazione specifici e che conduce a un livello di stress significativo e/o una limitazione nella sua capacità di funzionare. Queste reazioni possono essere sperimentate anche quando la persona prevede di imbattersi nell’oggetto o nella situazione temuta e, di fatto, spesso evita gli incontri con gli stimoli fobici e persino le rappresentazioni apparentemente innocue di questi, come per esempio fotografie o immagini televisive. Generalmente, le persone che hanno fobie specifiche riconoscono che la loro reazione è in qualche modo eccessiva o irragionevole, anche se non è necessariamente così per tutti.
Nel DSM-5 sono descritti diversi sottotipi di fobie specifiche:
• Animali: serpenti, ragni, cani, insetti, uccelli;
• Ambiente Naturale: temporali, altezze, acqua;
• Sangue – Infezioni – Ferite: vedere del sangue o una ferita, ricevere un’iniezione;
• Situazionale: trasporti pubblici, gallerie, ponti, ascensori, volare, guidare, spazi chiusi;
• Altro: soffocare, vomitare, “fobia dello spazio” (paura di cadere se ci si trova lontani da muri o altri sostegni).
La categoria della fobia del sangue possiede una caratteristica unica: i soggetti che ne soffrono, invece di mostrare il semplice aumento del battito cardiaco e della pressione sanguigna che si manifesta nella maggior parte delle persone fobiche in presenza dell’oggetto temuto, mostrano un’accelerazione iniziale seguita da una drammatica caduta sia del battito che delle pressione. Questo fenomeno è molto spesso accompagnato da nausea, vertigini e svenimenti, i quali invece non si manifestano nelle altre fobie. Questo specifica risposta fisiologica potrebbe aver avuto un significato adattativo alla sopravvivenza nel corso della nostra storia evolutiva: attraverso lo svenimento, la persona che veniva attaccata da un predatore poteva evitare ulteriori attacchi e la caduta della pressione sanguigna avrebbe ridotto al minimo la perdita di sangue.
Le fobie specifiche sono comuni, si manifestano in circa il 12% delle persone e sono molto più frequenti nelle donne, sebbene il rapporto tra i generi cambi in base al tipo di fobia. Per esempio, quasi il 95% delle persone che soffrono di fobia per gli animali sono donne, ma il rapporto è inferiore a 2:1 per la fobia sangue-iniezioni-ferite. Le fobie per gli animali generalmente esordiscono durante l’infanzia, così come la fobia del sangue. La claustrofobia o la paura di guidare, invece, tendono a comparire in adolescenza o nella prima età adulta.
Per quanto riguarda l’infanzia, infine, è importante ricordare quanto alcune paure possano essere comuni e, molto probabilmente, regrediranno da sole. Per esempio, la paura del buio o di dormire da soli è tipica nei bambini tra i 3 e gli 8 anni e, gradualmente, scompare nei primi anni della scuola primaria.
Se pensi di soffrire di una fobia specifica e hai bisogno di un consulto, puoi metterti in contatto con il Mandorlo Bianco per richiedere un appuntamento.
Centro Clinico Mandorlo Bianco