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Il Disturbo ossessivo-compulsivo (DOC)
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Dott.ssa Paola Frasson
Allen, un uomo di 22 anni, si era rivolto ad un ambulatorio per cercare un trattamento per l’ansia. Lavorava a tempo pieno come bidello e il suo lavoro era quasi l’unica attività che lo impegnava. Quando gli fu chiesto di parlare della sua ansia, disse che era preoccupato di poter contrarre alcune malattie, come l’ HIV.
Dopo aver notato un forte odore di disinfettante, il clinico chiese ad Allen se aveva qualche comportamento igienico particolare che aveva a che fare con la sua paura di contrarre l’HIV. Allen disse che, al di fuori della sua abitazione, evitava di toccare qualsiasi cosa, e quando si trovava anche solo in prossimità di oggetti che credeva potessero essere entrati in contatto con i virus, doveva lavarsi le mani molte volte con la candeggina. Spesso si lavava le mani fino a trenta volte al giorno, impiegando diverse ore in questa procedura. Il contatto fisico era abbastanza difficile per Allen: fare la spesa e prendere la metropolitana erano diventati gravi problemi, e aveva quasi rinunciato a partecipare alle situazioni sociali o ad avere relazioni sentimentali. Quando gli fu chiesto se aveva altre preoccupazioni, Allen disse che ogni tanto era infastidito dalla percezione improvvisa di alcune immagini mentali in cui picchiava qualcuno. Aveva anche paura di ripetere ad alta voce cose offensive o sconvenienti, ed era preoccupato di poter disturbare i suoi vicini di casa. Per alleviare l’ansia causata da questi pensieri, spesso ripercorreva mentalmente le conversazioni che aveva avuto, teneva un diario dove annotava quello che diceva e si scusava frequentemente con gli altri nel timore di essere stato offensivo. Quando faceva il bagno, si accertava che l’acqua nella vasca non superasse un certo livello: temeva che, se non fosse stato attento, avrebbe potuto allagare l’appartamento dei suoi vicini di casa. Al lavoro Allen usava i guanti e le cose andavano bene. Passava la maggior parte del tempo libero a casa. Nonostante amasse stare in compagnia, la paura di dover toccare qualcosa nel caso di un invito a pranzo o in casa di qualcun altro era troppo difficile da affrontare. Si rendeva conto che le sue paura e i suoi impulsi erano “una pazzia” ma sentiva che erano fuori controllo. Nel caso di Allen fu diagnosticato un disturbo ossessivo-compulsivo (DOC). (Da “Comprendere i disturbi mentali” American Psychiatric Association, Raffaello Cortina Editore)
Il DOC colpisce dal 2 al 3% della popolazione. Può manifestarsi sia negli uomini che nelle donne, indifferentemente, e comparire nell’infanzia, nell’adolescenza o nella prima età adulta. L’età tipica in cui compare più frequentemente è tra i 6 e i 15 anni nei maschi e tra i 20 e i 29 anni nelle femmine. I primi sintomi, nella maggior parte dei casi, compaiono prima dei 25 anni e in bassissima percentuale dopo i 40 anni. I disturbi ossessivo-compulsivi possono comparire in modo acuto, con sintomi evidenti ed improvvisi, o (più frequentemente) in modo subdolo e graduale.
Secondo la classificazione del DSM-5 (ultima edizione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali), per poter porre diagnosi di DOC, è necessario che vengano soddisfatti i seguenti criteri:
A. La presenza di ossessioni o compulsioni o entrambe.
B. Le ossessioni e le compulsioni sono causa di grave perdita di tempo durante la giornata (occupano più di un’ ora al giorno) e minano il normale funzionamento sociale, relazionale e psicologico dell’individuo.
C. I sintomi ossessivo-compulsivi non sono attribuibili agli effetti fisiologici di una sostanza o di altra condizione medica.
D. Il disturbo non è meglio giustificato da sintomi di altri disturbi mentali.
Per comprendere meglio il DOC, è necessario soffermarsi sul significato di ossessioni e compulsioni.
Le ossessioni sono pensieri, impulsi o immagini che insorgono improvvisamente nella mente e che vengono percepiti come:
- Intrusivi: la persona ha la sensazione che “irrompano da soli” o che siano indipendenti dal flusso di pensieri che li precede;
- Fastidiosi: la persona sperimenta disagio per il loro contenuto o per la loro frequenza;
- Privi di senso: la persona ha la sensazione che siano irrazionali, esagerati, non giustificati o poco legati alla realtà presente.
Nel caso di Allen, le ossessioni che presentava riguardavano la contaminazione (paura di contrarre l’HIV), l’aggressività (immagini intrusive in cui colpiva qualcuno) e la simmetria (l’esattezza del livello dell’acqua nella vasca). Questi pensieri costringevano Allen a impiegare diverse ore nelle routine ossessivo-compulsive, gli impedivano di uscire di casa, di avere relazioni sociali e di svolgere molte faccende quotidiane, anche le più semplici.
Le ossessioni differiscono dalle preoccupazioni per il fatto che queste ultime sono relative ad eventi negativi che è ragionevole temere che si verifichino. Al contrario delle ossessioni, le preoccupazioni non appaiono eccessive e prive di senso ma si riferiscono a rischi da tutti considerati come reali. Ad esempio, possiamo essere preoccupati per l’esito di un esame che dobbiamo sostenere, per la nostra salute o per quella di un familiare, per la nostra condizione economica.
Le compulsioni, definite anche rituali o cerimoniali, sono comportamenti ripetitivi (lavarsi le mani, riordinare, controllare) o azioni mentali (contare, pregare, ripetere formule mentalmente), messi in atto per ridurre il senso di disagio e l’ansia provocati dalle ossessioni. Di solito le compulsioni si trasformano in rigide regole comportamentali spesso bizzarre ed eccessive, azioni eseguite con cura meticolosa che non possono essere interrotte o modificate nella loro sequenza.
Nell' esempio di Allen, il ragazzo presentava molte compulsioni: lavarsi eccessivamente le mani, controllare (tenendo un diario), ripetere (spesso per chiarire qualcosa che aveva appena detto) e altre compulsioni mentali (ripetere mentalmente le conversazioni precedenti).
Le compulsioni possono essere messe in atto anche nel tentativo di prevenire un evento temuto. Queste azioni non possono realmente prevenire l’evento temuto (per esempio, collocare degli oggetti in un certo ordine su uno scaffale per evitare che i propri genitori abbiano un incidente automobilistico) eppure vengono messe in atto nella convinzione che potranno neutralizzare o rendere innocuo un pensiero, un impulso, un timore.
Le compulsioni in genere arrecano alla persona un breve sollievo dalla preoccupazione e dall’ansia causati da un’ossessione ma successivamente l’ossessione si ripresenta e il circolo vizioso ossessivo-compulsivo si ripete più e più volte.
Non tutte le compulsioni sono riconducibili ad un vero e proprio disturbo. Alcuni rituali, come ad esempio alcune scaramanzie, sembrano fare parte della vita di tutti i giorni, non arrecando alcun disagio e non compromettendo la qualità di vita della persona. Ricordo una compagna di università che sosteneva gli esami indossando sempre la stessa maglietta; era convinta che in tal mondo il successo sarebbe stato garantito! È opportuno chiedere aiuto ad un professionista quando i sintomi persistono, causano disagio e interferiscono pesantemente con la vita di tutti i giorni.
Il DOC è solitamente caratterizzato dalla presenza sia di ossessioni che di compulsioni. Infatti circa l’80% delle persone affette da DOC presenta entrambi i sintomi ma vi sono alcune persone affette da DOC che non mettono in atto compulsioni.
Se pensi di essere affetto da un DOC o se hai bisogno di un consulto, puoi metterti in contatto con il Mandorlo Bianco e richiedere un appuntamento.
Se invece vuoi approfondire l’argomento, ti consiglio di tenere sott’occhio il blog del Mandorlo Bianco perché a breve ci saranno altri post su questo argomento.
A presto!
Dott.ssa Paola Frasson